La moda passa, lo stile resta. Coco Chanel

Il fenomeno della moda

Il vestito, l’abito è protagonista delle nostre vite in molti modi: se ne parla nei libri, al cinema, nelle pubblicità , nelle riviste specializzate, nei pettegolezzi e nella conversazione quotidiana. L’abito poi prende vita, oltre a prendere la parola, nelle strade, nelle case della gente, nelle vetrine dei negozi, nelle passerelle delle sfilate: quello degli abiti è un mondo multiforme, che si forma e si riforma in continuazione, senza sosta, con dei tempi assolutamente propri, parlando dell'”industria” moda,  e che si modifica in continuazione ogni volta che incontra un corpo qualsiasi, per vestirlo e rivestirlo, se si parla dell’esperienza comune dei singoli fruitori della moda. La moda è diventata un meccanismo tipico della società di massa, che ha come fine ultimo quello di “costruire” il desiderio nella gente, diffondendolo e controllandolo in modo quasi assoluto (discorso che non vale per il genere vintage, che ha, invece, come si è detto,  un suo carattere, un suo fascino di altri tempi, introvabile al giorno d’oggi, che ha delle particolarità che lo rendono unico e lo sottraggono al controllo e all’omologazione dell’industria della moda). C’è però da fare una distinzione: quanto abbiamo appena detto sulle imposizioni dell’industria della moda sulla vita della gente, si scontra con un fenomeno contrario: sembra che la moda, soprattutto in tempi recenti, cambi e si modifichi anche in relazione ai gusti dei suoi fruitori, dei piccoli gruppi, delle culture giovanili che hanno tendenze a volte anche in contrasto tra loro: possiamo quindi dire che, attualmente, parte dei processi innovativi degli abiti non sono più unilaterali e imposti arbitrariamente da stilisti ed esperti del settore nei loro uffici, ma provengono direttamente dal mondo dei consumatori, dei fruitori ultimi della moda, imponendo le proprie regole ed esigenze. Di certo anche la storia, il passare del tempo hanno avuto la loro influenza sui cambiamenti del costume: tanto per non dimenticarci mai di Chanel, lo “chich” è sicuramente la caratteristica principale dei suoi abiti e dei suoi tailleurs ed è sicuramente una sorta di tempo “sublimato”: il tempo che passa per Chanel è lo stile (inalterabile) delle sue creazioni, che raccoglie e filtra l’eredità storica del suo tempo per creare qualcosa paradossalmente di più “sociale”,  e di conseguenza anche più datato,  rispetto ad altri stilisti del suo tempo (ad es. Courrèges) che ricercano il nuovo, il volontariamente giovane.
A proposito di “moda”, abiti e riferimenti storici, chiudiamo con una veloce carrellata di citazioni di autori di epoche lontane, che scrivono di abiti e di come li influenzino in alcune occasioni o abbiano determinati indelebili significati in altre.
Littré: “In vista di un appuntamento che mi esalta, io faccio accuratamente la mia toilette. Questa parola non ha solamente un significato di graziosità: essa designa anche i preparativi ai quali viene sottoposto il condannato a morte prima di essere condotto al patibolo….è come se alla fine di ogni toilette ci fosse sempre, compreso nell’eccitazione che essa suscita, il corpo ucciso, imbalsamato, laccato alla maniera di una vittima. Vestendomi, io faccio bello ciò che sta per essere guastato dal desiderio”.
Socrate: “Mi sono fatto bello, per andare, bello, da un bello. Io devo assomigliare a chi amo….immagine, imitazione, faccio il maggior numero di cose possibile come l’altro. Io voglio essere l’altro, voglio che lui sia me, come se fossimo uniti, rinchiusi nel medesimo sacco di pelle, giacchè il vestito non è altro che il liscio involucro di quella materia di cui il mio Immaginario amoroso è fatto.”
Werther: “Mi è costato fatica decidermi a togliermi di dosso il mio semplice frac turchino che avevo la prima volta che ho ballato con Lotte, ma negli ultimi tempi era ridotto proprio indecente. Però me ne sono fatto fare un altro uguale…” E’ con quel vestito che Werther vuole essere sepolto, ed è proprio con quel vestito che viene trovato agonizzante nella sua stanza.
Perchè è così importante quel frac turchino per lui? Perchè ogni volta che lo indossa, lui si traveste da innamorato estasiato, ricrea magicamente l’episodio dell’estasi, grazie a quel vestito turchino il mondo circostante si annulla. Quel vestito è stato indossato in tutta Europa dai fans del romanzo, che da allora lo hanno chiamato “vestito alla Werther”.

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